La nostra intervista a Edoardo Donnamaria, in arte Drojette, in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo intitolato “Sbadato“, fuori per Ghandi Dischi / ADA Music Italy a partire dallo scorso 7 giugno.
Il brano racconta la fine di una storia d’amore, che sfuma in un momento in cui si è troppo distratti per comprendere appieno il valore di ciò che si è perso. Dopo aver rimosso le tracce di un passato ormai svanito, ci si trova di fronte alla necessità di ricominciare da capo, trovando la forza di rialzarsi ma allo stesso tempo concedendosi il tempo necessario per farlo.
Intervista a Drojette
Quali riflessioni e quali stati d’animo hanno ispirato questa tua nuova canzone?
«Diciamo che quando finisce una storia d’amore ci possono essere tante reazioni diverse, credo che dipenda anche un po’ da come si è vissuta sia la storia e soprattutto da come è stata gestita la fine. Molto spesso le relazioni finiscono perché non si è riusciti a trovare un punto in comune, magari non si è lottato abbastanza per questo. “Sbadato” parla un po’ di quel tipo di storia d’amore, che porta ad avere dei rimorsi a dei rimpianti».
Ascoltando il brano mi è rimasto un dubbio: è più difficile lottare per mantenere in qualche modo in piedi una relazione o è più difficile rialzarsi dopo una caduta?
«Beh, mi è capitato più di ritrovarmi a lottare per uscire dopo aver chiuso una relazione. Diciamo che le mie relazioni passate sono state, soprattutto questa alla quale è ispirata questa canzone, influenzate da comportamenti un po’ infantili, che di conseguenza hanno portato alla fine della storia. Poi io sono uno abbastanza cinico, dico sempre che il 90% dei rapporti sono destinati a finire. Fatta eccezione del legame con la donna della tua vita, anche i matrimoni molto spesso a finiscono. Quindi è più facile che mi ci sia ritrovato nella seconda situazione, a dovermi rialzare».
Noi ti conosciamo come volto familiare del piccolo schermo, oltre che come speaker radiofonico. Pensi che l’esposizione mediatica possa essere più un vantaggio, perché ti permette banalmente di avere già un tuo pubblico di riferimento, o a volte ti è capitato al contrario di avvertirla come un ostacolo per via magari di qualche
«Guarda, sicuramente entrambe le cose, nel senso che, come hai detto te, far parte dal mondo dello spettacolo ti consente appunto di avere già un gruppo di persone che ti conosce e che segue i tuoi progetti. Dall’altra parte, però, rischi di rimanere “quello della televisione”, quello che ha fatto quel programma lì o che lavora per quella radio là, e mai un artista. Questa è una cosa che si nota, però diciamo che sono facce opposte della stessa medaglia. In quasi tutte le cose credo che ci siano i pro e i contro. Tutte le scelte lavorative le ho prese in maniera più o meno consapevole, quindi mi prendo di conseguenza sia il buono che il meno buono da ogni situazione».
Per concludere, c’è una lezione particolare che pensi di aver imparato fino ad oggi dalla musica?
«Lavorando ho imparato che è importante lasciarsi andare ed è importante affrontare le proprie paure. Io sono una persona molto ansiosa, prima di salire su un palco, rischio tipo sei o sette attacchi di panico ogni volta. Cerco di mantenere la calma, anche prima di pubblicare una canzone, all’inizio pensavo sempre che qualcuno mi avrebbe massacrato. Invece poi non succede mai nulla di irreparabile, quindi è importante buttarsi, affrontare i propri timori e, soprattutto, prendersi il rischio di fallire. Sbagliare è importante per arrivare al successo, perché non si arriva da nessuna parte se non ti è capitato di cadere almeno una volta. L’importante è rialzarsi e andare avanti sempre a testa alta».
Videointervista a Drojette